Andare in pensione prima di 40 anni sembra essere qualcosa di utopico per molti, invece in realtà si tratta di un privilegio che in tanti hanno potuto sfruttare.
Porre fine alla propria carriera lavorativa e andare in pensione, così da godere del meritato riposo dopo anni di fatica è il sogno di tutti. Raggiungere questo obiettivo a un’età che non sia troppo avanzata è però diventato sempre più difficile a causa delle modifiche normative introdotte a più riprese, tra cui la più eclatante è certamente l’odiata Legge Fornero che ha reso sempre più lontano questo traguardo.
In realtà, c’è chi effettivamente è riuscito a farcela nel pieno della propria età, ancora prima di compiere i 40 anni, quando invece la maggior parte dei lavoratori non ha ancora nemmeno un contratto stabile. Si tratta di una situazione che è tutt’altro che isolata e di cui hanno beneficiato più di 400 mila persone, che non hanno potuto che sfruttare questa agevolazione. Questa mossa, però, si è rivelata però controproducente per il nostro Stato e di conseguenza anche per tantissimi altri nostri connazionali, che si trovano costretti a svolgere la propria posizione quando sono tutt’altro che giovani e anche i riflessi potrebbero non essere al massimo.
A 40 anni oggi si è certamente considerati nel pieno della vita, addirittura ci sono persone che non sono riuscite ancora a ottenere un’indipendenza economica perché faticano ad avere un contratto stabile, per questo diventa difficile pensare di avere una famiglia. Un tempo, però, la situazione era del tutto opposta, per questo c’è stato chi prima di questo traguardo è riuscito addirittura ad andare in pensione.
I giovani di oggi potrebbero non credere a questo, invece è una realtà davvero diffusa, che coinvolge circa 400 mila persone, quelle che vengono definite “baby pensionati”. Ci sono persone che hanno infatti iniziato a percepire il primo assegno pensionistico in media a 36,4 anni per gli uomini e a 39,5 anni per le donne. Una situazione del tutto opposta rispetto alle leggi attualmente in vigore, che non può che stridere con chi oggi ha magari superato i 60 anni di età ma non ha ancora maturato i requisiti per smettere di lavorare.
Avere concesso questo non può che essere un problema non da poco per lo Stato, che si ritrova a pagare per tantissimo tempo a loro la pensione, anche in considerazione della durata media della vita attuale. In genere, infatti, si calcola un periodo ideale di 20-25 anni di quiescenza, considerato il giusto compromesso tra la vita lavorativa e il periodo di pensionamento, ma che finisce per essere superiore per chi invece ha usufruito di questa agevolazione.
Tanti hanno interpretato la Legge Fornero e le successive normative come l’ennesima mazzata ai danni dei cittadini, queste misure invece erano necessarie per rendere il sistema davvero sostenibile. Fortunatamente sono ancora disponibili alcuni provvedimenti che possono consentire l’uscita anticipata dal lavoro, quali Opzione Donna, Quota 103 e l’Ape Sociale, molti però le ritengono ancora insufficienti per rendere meno pesante la situazione di tanti residenti nel nostro Paese.
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