Quando si parla di pensioni non si può mai stare tranquilli: in arrivo altre tre modifiche che non faranno rallegrare proprio nessuno. Vediamo nello specifico che cosa cambierà a breve.
Il Governo di Giorgia Meloni, per il 2025, ha riconfermato tutte le misure di pensionamento e di pensione anticipata che erano già in vigore nel 2024 e, a differenza di quanto molti di noi temevano, l’età per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria non è stata aumentata ma è rimasta ferma a 67 anni.
A parte qualche piccola novità che riguarda, però, solo i lavoratori contributivi puri – cioè quei lavoratori che non hanno contributi antecedenti all’anno 1996 – per il resto, dunque, è rimasto praticamente tutto uguale all’anno scorso. Anche gli importi degli assegni Inps non sono cambiati di molto visto che la rivalutazione non è andata oltre lo 0,8%.
Le grandi manovre, i grandi cambiamenti, arriveranno molto presto. A palazzo Chigi tira aria di novità e si sta discutendo di introdurre tre modifiche che rivoluzioneranno il mondo della previdenza sociale. In positivo o in negativo? Come sempre è questione di punti di vista ma di certo molti di noi non dormiranno sonni tranquilli.
Pensioni: ecco i 3 cambiamenti che potrebbero arrivare a breve
Aria di novità sul fronte delle pensioni: a quanto pare il Governo Meloni sta discutendo di apportare 3 modifiche con le prossime manovre di Bilancio, modifiche che rivoluzionerebbero in misura importante l’universo previdenziale. Modifiche che, purtroppo, non piaceranno a molti.
Quello delle pensioni continua ad essere il nodo più difficile da sciogliere per ogni Governo. Da un lato c’è l’esigenza di agevolare le uscite anticipate per favorire il ricambio generazionale all’interno dei luoghi di lavoro ma dall’altro c’è il rischio di far crollare l’intero sistema previdenziale se troppe persone vanno in pensione prima dei 67 anni.
Come fare? Al momento, al vaglio ci sono tre proposte che molto presto potrebbero diventare realtà. Anticipiamo che non tutte queste proposte troveranno il favore della maggior parte dei lavoratori ma, del resto, accontentare tutti è praticamente impossibile. Le tre proposte su cui il Governo sta discutendo sono le seguenti:
- non aumentare di 3 mesi l’età per la pensione di vecchiaia ma lasciarla ferma a 67 anni;
- cancellare gran parte delle misure di pensione anticipata;
- introdurre un superbonus per chi continuerà a lavorare fino a 71 anni.
La prima proposta, sicuramente, è positiva: l’età pensionabile non verrà aumentata. Ma a che prezzo? Il prezzo da pagare, molto probabilmente, sarà la cancellazione di diverse misure di pensione anticipata che, secondo i calcoli, stanno costando davvero troppo allo Stato. Le misure più a rischio, per il momento, sembrano essere Quota 103 e Ape sociale: a breve queste due misure potrebbero scomparire.
Non solo: per incentivare le persone a non andare in pensione nemmeno a 67 anni ma a continuare a timbrare il cartellino, l’Esecutivo starebbe valutando l’ipotesi di introdurre un superbonus per chi resterà a lavoro anche fino a 71 anni. Piccolo problema: si rischia di aumentare la disoccupazione giovanile. Per il momento si tratta ancora di proposte al vaglio ma non è da escludere che possano diventare realtà già dal prossimo anno.