Tasse, nel 2025 cambia tutto: il pesante annuncio inatteso

Grossi cambiamenti in arrivo per le Partite Iva sul fronte delle tasse: il Governo ha fatto un annuncio che proprio nessuno si sarebbe mai aspettato. Vediamo che cosa succederà.

Chi ha una Partita Iva – ordinaria o forfettaria – sa bene che le spese da sostenere ogni anno non sono certamente poche tra Irpef, Inps e Iva in alcuni casi. I lavoratori dipendenti, infatti, avendo le tasse trattenute alla fonte, ricevono ogni mese una busta paga netta. Un libero professionista, invece, riceve i compensi lordi e sta poi a lui l’onere di pagare tutto ciò che bisogna pagare.

Che cosa cambia tra Partita Iva ordinaria e forfettaria? Quest’ultima gode di un regime agevolato: niente Iva e flat tax del 5% – 15% dopo i primi 5 anni – sull’Irpef. L’aliquota Inps, invece, in entrambi i casi dipende dalla categoria lavorativa a cui si appartiene ma, solitamente si aggira intorno al 24-26%. Possono fruire del vantaggio del regime forfettario, però, solo i liberi professionisti con un reddito annuo lordo che non supera gli 85.000 euro.

Proprio per le Partite Iva forfettarie, nel 2025, si prevedono grosse novità per quel che riguarda l’Irpef: qualche giorno fa, da un noto esponente del Governo Meloni, è arrivato un annuncio inatteso, un annuncio che nessuno si sarebbe mai aspettato. Nel prossimo paragrafo vediamo nel dettaglio che cosa cambierà, nel corso di quest’anno, per chi ha una Partita Iva a regime forfettario.

Partite Iva, ecco come cambieranno le tasse per i forfettari

Pioggia di novità in arrivo per i liberi professionisti con regime forfettario: il Governo, pochi giorni fa, ha dato un annuncio davvero inatteso. Le novità riguarderanno l’Irpef: cambieranno, insomma, le tasse per milioni di liberi professionisti con Partita Iva.

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Partite Iva, ecco come cambieranno le tasse per i forfettari -(foto Ansa)- Calean.it

Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo è stato chiarissimo nelle sue dichiarazioni di qualche giorno fa: obiettivo del Governo meloni è che il rapporto tra contribuente e Fisco migliori, diventi una sorta di alleanza volta a fare il bene del Paese. I liberi professionisti, quindi, non devono più vedere nel Fisco il loro nemico numero 1 ma, anzi, dovranno vedere in esso una sorta di alleato.

E come far stringere tale amicizia tra Fisco e Partite Iva? Attraverso il concordato preventivo! Il Governo di Giorgia Meloni aveva già lanciato questa proposta sul finire del 2024: con il concordato preventivo le Partite Iva a regime forfettario saprebbero già in anticipo quante tasse dovrebbero pagare per i 2 anni successivi ed eviterebbero controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Il concordato preventivo non è certamente obbligatorio: sta al singolo libero professionista decidere se aderire oppure no. Nel 2024 le adesioni sono state piuttosto scarse: non sono andate oltre il 15% della platea dei potenziali aderenti. Le ragioni? Secondo il viceministro Leo il Governo si è mosso troppo tardi.

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Importanti novità per le Partite Iva sul fronte fiscale/Calean.it

Quest’anno, infatti, chi lo vorrà potrà aderire al concordato preventivo già a partire da aprile e, inoltre verranno apportate modifiche e affinamenti alla misura in modo da renderla più “attraente” agli occhi dei forfettari. Ma in parole povere in cosa consiste il concordato preventivo e perché non ha riscosso il successo auspicato?

Con il concordato preventivo è vero che per due anni si eviterebbero controlli da parte del Fisco e che si saprebbe già in anticipo quanto si paga ma il nodo cruciale è che le tasse da pagare vengono calcolate non su guadagni reali ma su guadagni stimati dall’Agenzia delle Entrate in base a studi di settore. E questo, va da sé, può essere un vantaggio ma anche un grosso rischio.

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